Bella incatenata,
dai tuoi stessi sensi,
fermi e freddi.
Solo ogni tanto
ti sleghi dai tuoi lacci
e ti lasci, a tratti,
dondolare, dalle mie parole,
sommesse,
sussurrate, riscaldate
dal tepore di Giugno,
che
come fragili petali rossi di papaveri
volano trasportate dal vento,
e sembra che vadano verso il cielo
trapunto di stelle.
Poi, frettolosamente, te ne vai
con il tuo solito e insolito
incedere
e procedere, lento.
E io, e le stelle,
rimaniamo sole
in compagnia del tuo bacio freddo,
freddo come un marmo di Michelangelo
non ancora scolpito.
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